12 Dicembre 1768
Viene trovata morta una certa Maria Cianti presso la fonte dei Bertacci, nel popolo di S.Agnese nel podere di Patrignone, giovane incinta di sette mesi. Aveva 24 anni. Fu ritenuto colpevole un certo Antonio Bianciardi, colono di Castegnoli, processato a Firenze, ed il 23 maggio 1769 fu condannato alla pena della forca e doveva essere squartato e i quarti portati nel luogo del delitto e qui rimanere affissi e visibili fino alla consumazione e ciò fu fatto il 1° luglio 1769, dopo appena sette mesi dal delitto. L'esecuzione fu fatta alle 5.30 del mattino da Francesco Littori, maestro dei Tormenti, come si chiamava il boia.
7 Settembre 1777
Nasce a Poggibonsi ATTILIO CIASPINI. Fu medico valente. Fu anche il primo che raccolse memorie storiche di Poggibonsi. Pubblicò un interessante libro edito nel 1850 con il titolo “Notizie diverse per servire alla storia di Poggibonsi”.
27 Novembre 1792
Pubblico Generale Consiglio detta la norma che regola lo svolgimento del mercato settimanale, che da antichissima data si teneva il martedì. “Tutta l'estensione di Piazza Grande, comprese le sole scalinate della Chiesa e le Logge del pubblico (sotto il Palazzo Pretorio). Tutta la strada detta Piazza Calda fino al giardino di pertinenza di Luigi Del Re (l'attuale piazzale del Cinema Garibaldi). Tutta la strada del Poggiarello fino alla porta di S.Gimignano (Via Marmocchi). Tutto il tronco della strada Regia Maestra di Borgo, fino alla cantonata della spezieria del Sig. Filippo Del Zanna (Vicolo di faccia all'arco in Via Maestra). L'inizio delle contrattazioni avviene dopo il suono della campana, che esiste in Podesteria (Palazzo Pretorio) e che il suono deve durare un quarto d'ora”. Ogni stagione aveva un'ora diversa d'inizio.
26 Novembre 1793
Viene inviata questa lettera al Cancelliere Comunicativo: “Eccellentissimo Signore, dovrà partecipare ai rappresentanti la comunità di Poggibonsi, che il Sig. Angelo Burroni è stato eletto da S.A. Reale, in Podestà di detto luogo per cominciare dal 1° Dicembre 1793 e continuare fino a nuovo ordine e che però sia messo in possesso della di lui giurisdizione ed uffizio e gli sia prestato la debita riverenza ed ubbidienza”.
5 Agosto 1794
Una grande tempesta si abbatté su Poggibonsi. Il popolo si rifugiò in chiese per difendersi dall'acqua e si suonarono le campane “a maltempo”. Ma la campana mezzana, detta delle ventitre, precipitò sul tetto della Collegiata, ruppe le travi e cadde in chiesa. Pesava circa ottocento libbre. Il bilancio fu di un morto e cinque feriti gravi.
5 Giugno 1795
Era morto il prete Raffaello Consortini. “Sua Altezza Reale, con veneratissimo suo rescritto, nomina al suo posto il prete Carlo Iozzi, che con che dia idoneo mallevadore per la conservazione dei fondi, se ce ne sono”. Successivamente il Devotissimo obbligatissimo servitore Girolamo Frosini, proposto, scrisse all' “Eccellentissimo Signor Padrone Colendissimo Dottor Antonio Scipione Vecchi, cancelliere comunicativo di Colle”, che il Sacerdote Carlo Tozzi “esibì come mallevadore il di lui fratello Simone, uno dei possidenti di questa Comunità”. Come si vede la nomina dei Sacerdoti era di spettanza del potere civile e si concedeva l'amministrazione dei "beni, di cui erano fornite le Comunità Ecclesiastiche, solo con la garanzia di un mallevadore, che rispondesse di persona e con le proprie sostanze dei possibili ammanchi.
20 Novembre 1795
Il becchino Giovanni Pecciarini comunica che, avendogli il comune licenziato l'aiuto becchino, da solo non può seppellire i morti e dalla Cappella al Camposanto li deve trascinare, con orrore dei parenti. Chiede inoltre in aiuto una donna, in quanto deve vestire i morti come donne, fanciulle ed adulte e che per tale atto e per mille riflessi queste devono essere vestite da donne.
15 Ottobre 1796
Il Cancelliere di Poggibonsi scrive al Cancelliere di Colle una lettera con la quale si chiede che sia saldato il conto del Capitano SANS MASCARELL, che aveva alloggiato con un distaccamento di Ussari (sette) nella Locanda della Corona (Aquila Imperiale).
9 Febbraio 1797
In quell'epoca esistevano a Poggibonsi due soli macelli. Uno in Via Maestra e l'altro in Via del Poggiarello (Marmocchi). I Poggibonsesi non potevano acquistare carne dove volevano, ma dove era stato stabilito da una delibera Consiliare. In Via Maestra si potevano approvvigionare il popolo di S. Giorgio a Cinciano, di S. Lucchese, di Castiglioni, di Talciona, Lecchi, Villore, Megognano e metà di Poggibonsi dalla parte destra di Via Maestra. Gli altri, cioè Cedda, Luco, Bolsano, Canonica e metà del paese dalla parte sinistra di Via Maestra si servivano in Via del Poggiarello. A Staggia esisteva un macello a parte.
Settembre 1797
Si effettua la nomina dei proventari dei macelli. Ma da Firenze si scrive che sono pervenuti dei forti reclami contro i due proventari dei macelli di Poggibonsi, Antonio Consortini e Giovanni Maria Bonelli, addebitandogli di servire male il pubblico e di ingannare i clienti con il farsi pagare per castrato la pecora o il montone e per maiale le troie. Gli interessati, naturalmente, ribattono ed esibiscono dichiarazioni di medici e di alcuni abitanti. Va a finire che il Podestà chiude la vertenza dichiarando che i due macellari possono concorrere anche per l'anno venturo alla riconferma “perché hanno mutato contegno ed è calmato il clamore popolare”. Allora era vero quello che avevano denunciato!!!!!!!!
15 Novembre 1797
E' prossima la nomina dei proventari dei macelli. Ma da Firenze si scrive che sono pervenuti alla Camera forti reclami contro i due "proventari" Antonio Consortini e Giovanni Maria Bonelli, addebitandogli di servire male il pubblico e di ingannare i clienti, facendosi pagare per castrato la pecora o il montone e per maiale la troia. Comunque i due macellari ribattono ed esibiscono dichiarazioni dei medici cittadini, attestanti che le carni erano sane e qualcuno si dichiara anche contento della qualità. Il Podestà chiude la vertenza, perché dichiara che i macellari hanno mutato contegno ed è calmato il clamore popolare. Evidentemente i macellari avevano avuto paura, non solo di perdere il lavoro, ma oltre alla faccia anche qualcos'altro.
3 Novembre 1798
Una lettera inviata dalla Camera della Comunità di Firenze comunica che viene accordata una gratificazione di Lire 66, soldi tredici e denari quattro ad Agostino Cinti Caporale di Poggibonsi per aver cooperato all'arresto ed alla punizione di diversi delinquenti rei di furti.
4 Aprile 1799
L'adunanza del Pubblico Generale Consiglio è tenuta sotto il segno della dominazione Francese. Accanto alla data 4 Aprile 1799 vi è anche l'altra, secondo il calendario rivoluzionario, cioè il 15 Germinale, anno settimo della Repubblica. In alto campeggiano le due parole: Libertà-Eguaglianza. I nomi dei consiglieri sono preceduti dalla parola "cittadino". E' il primo indice dei tempi che andavano cambiando.
7 Aprile 1799
Come in tutte le località viene innalzato l'albero della libertà con grande solennità. Ecco riportate le spese: tre lire per fattura della berretta con (era il cappello frigio simbolo della rivoluzione), due lire per vernice alla berretta e all'asta di due colori, due lire per aver suonato il tamburo e due lire per il palco dei suonatori. Una ricompensa al Caporale dei Famigli (vigili urbani) per assistenza prestata in detta funzione per conservare il buon ordine e la quiete, tanto di giorno che di notte per più giorni. Idee laiche, ma in quella seduta furono nominati i festaioli per la festa di S.Lucchese.
15 Aprile 1799
ABRAM, de legato del Governo Francese a Siena, invia una lettera al rappresentanti della Comune di Poggibonsi ,invitandoli a prendere le necessarie misure per alloggiare le truppe Francesi e a distribuire i viveri senza confusione. Arriverà anche il Generale Merlin, comandante della Divisione. Bisogna preparargli il miglior quartiere e le scuderie più comode per il suo seguito, delle quali sarà proibito l'uso a chicchessia. I Poggibonsesi dovevano ubbidire. Si riscontra in una successiva lettera del 28 Aprile in cui l'ABRAM, congratulandosi per le premure, si augura che gli abitanti continuino a dar contrassegni del loro attaccamento alla nazione Francese.
7 Maggio 1799
Il “cittadino” Barone Leopoldo Ricasoli Zanchini, proprietario di Montelonti, che evidentemente aveva sposato la causa transalpina, ordina al suo Agente Vincenza Gherardi di convocare i capi di tutte le famiglie dei lavoratori della Fattoria ed ordinare loro di astenersi in ogni modo da qualunque manifestazione di ostilità verso il governo, pena il licenziamento e la denuncia al tribunale. Il Fattore sarebbe stato direttamente responsabile di eventuali fatti incresciosi. Ordina inoltre di reperire e consegnare tutte le armi che si trovano nella fattoria, siano padronali o di altri, senza riservarsi né un fucile né altra arma da fuoco.
17 Giugno 1799
In quell'epoca anche le donne avevano diritto a possedere beni, quindi potevano essere elette in quanto pagavano le tasse. In genere non partecipavano alle riunioni consiliari, ma cedevano il mandato ad una persona di loro fiducia. In questa data fu estratta quale deputato del popolo di S. Giusto a Villole, Laura Salviati, surrogata in tale incarico da Attilio Ciaspini.
16 Settembre 1799
Sono partite le truppe Francesi e sono ritornate quelle~Austro – Russe, ma la musica non cambia, per le necessità Comunali. Si mandano due deputati a Firenze per chiedere (Simone Iozzi e Francesco Ticci) “ed implorare un rimedio alle infelici circostanze in cui trovasi attualmente la loro comunità”. Ma oltre a questo sorge una questione personale fra il Podestà Angiolo Burroni e Domenico Casini, il quale era stato invitato dal Podestà a “somministrare un barile di vino alle truppe Austro – Russe”. Ma il Casini si rifiuta “ma aveva con pessimi e villani trattamenti offeso pubblicamente, nel giorno della fiera, il Podestà. Inoltre aveva trattato tutti indistintamente di birbe, ladri ed ingiuntivi altre parole oscene e plebee". Si delibera di riferire l'accaduto al Reale Governo del Clementissimo Real Sovrano Granduca Ferdinando Terzo.
12 Ottobre 1799
La restaurazione del Governo Granducale, dopo il periodo Francese, come spesso avviene, dette luogo a repressioni verso coloro che la pensavano diversamente. Giuseppe Baldinotti da Pistoia, avvocato, era favorevole alle idee transalpine, ma cambiati i tempi, per esercitare la sua professione, aveva bisogno di un'attestazione che lo scagionasse. Il Pubblico Generale Consiglio, dimenticando ogni rancore, dichiara che “Giuseppe Baldinotti non ha mai parlato con poco rispetto del Real Nostro Sovrano, è che soltanto si è prestato a servire, per quel che era richiesto, le truppe francesi. Oltretutto non ha mai avanzato proposizioni poco sane in materia di religione. Ciò era molto importante. In questa stessa adunanza Pellegrino Recatti, che si professava conservatore, fa presente che non gli va giù il fatto che nella Piazza principale fosse piantato 1'albero della libertà. Chiede di erigere nello stesso luogo una colonna con su basamento per fervi sopra la statua di S.Lucesio”. “I
consiglieri approvano a patto che il Comune non debba spendere niente”. Però di questa colonna non si trovano tracce nei tempi successivi. Il 27 Agosto 1800 fu speso L.321 per pagare Pietro Manueli “per il piedistallo di pietra scalpellata e la Croce inalberata nelle pubblica piazza, ove al tempo del cessato governo Francese era stato eretto l'albero della libertà”. Come si vede anche stavolta la spesa va addosso alla comunità.
9 Gennaio 1800
Per alleviare la sofferenza dei poveri si accomoda la strada che da via del Poggiarello porta al Mulino. I miserabili erano molti ed il lavoro in misura ridotta. Il Priore Carlo Bruschi fu invitato dalle autorità essendo deputato a dirigere i lavori e pagare in ciascun giorno i poveri operanti, che saranno chiamati a detti lavori ed a comportarsi in modo che tutti o la maggior parte dei poveri risentano di tal benefizio; non dovevano essere impiegate sempre le stesse persone. La storia si ripete: ricordate il "Piano Fanfani" dell'immediato dopo guerra? Ci lavorava, si fa per dire, anche Aligocce.
10 Gennaio 1800
Luigi e Gaspare Bianchini erano due fratelli. Il primo era cameriere alla "Locanda della Corona" ed il secondo stalliere della medesima. Chiesero al Gonfaloniere di essere indennizzati, perché durante tutto il tempo che erano transitate truppe, essi avevano dovuto servire di notte quanto di giorno, senza aver percepito il minimo guadagno." Non sappiamo l'esito della domanda.
10 Gennaio 1800
Francesco Pedani chiede che gli venga assegnato un posto presso la pubblica Loggia posta sotto la Cancelleria, per poter vendere olio al minuto. Nella Loggia avevano diritto di vendita i merciai. Non viene concessa l'autorizzazione specificando che"nessuno può acquistare veruno diritto su di essa, ma deve la medesima essere destinata per la pubblica vendita di qualunque genere e per rifugio di persone in tempo di pioggia ed in occasione di fiere e mercati. II mercato dell'Olio si faccia pure, ma nella piazzuola presso la chiesa dei soppressi frati Agostiniani o presso la Porta di S.Lorenzo".
27 agosto 1800
In quell'epoca venivano eletti alle cariche Municipali gli aventi diritto in relazione al loro reddito, così tutti gli anni venivano tolti chi aveva dichiarato meno di una certa cifra ed immessi coloro che avevano superato detta cifra. Antonio Frllli, in questa data si rivolse al Gonfaloniere per far riscontrare tutte le schede della Borsa dei Possidenti per far riscontrare se le elezioni alle cariche erano avvenute regolarmente. La verifica fu effettuata. I Possidenti in Poggibonsi erano 102 su una popolazione di 4000 unità. A seguito di questa verifica fu ammesso Pasquale Gianni, perché aveva acquistato “tanta massima di decima per essere ammesso nelle borse”. Quindi la richiesta era giustificata.
Ottobre 1800
Luigi e Gaspare Bianchini erano due fratelli. Il primo era cameriere alla locanda della “Corona” in via Maestra ed il secondo era stalliere. Chiedono di essere indennizzati perché “durante tutto il corso del tempo che sono transitate truppe, essi hanno dovuto servire tanto di notte, quanto di giorno, senza aver percetto il minimo guadagno”.
27 Ottobre 1800
Il deficit totale del Comune dal 1° settembre 1799 al 31 agosto 1800 è di L.967. Ma il continuo passaggio di truppe, che segna l'inizio vero e proprio della dominazione francese, mette in crisi la finanza comunale. Vengono nominati due nuovi addetti agli alloggi dei militari, nelle persone di Antonio Consortini e Simone Iozzi. Poggibonsi, tra tutti i comuni della Valdelsa, è quello che per la sua ubicazione geografica deve sopportare il maggior peso della guerra che si trascina nel territorio Toscano. Allora Muzio Muzzi e Jacopo Ninni vengono mandati a Firenze, presso il Governo Provvisorio Francese, a chiedere denaro oppure l'autorizzazione a ricevere aiuti dai paesi vicini, i quali sollecitati hanno impugnato il soccorso alla comunità di Poggibonsi. Insomma, agli altri paesi non importa un bel niente della grave situazione di Poggibonsi. Che ognuno pensi per se.
19 Novembre 1800
I Francesi sono ormai stabilmente a Poggibonsi. In Consiglio non si discute molto dei problemi urgenti della città. Si assegnano invece, su sua domanda “al Sig. Morena, comandante delle truppe Francesi stazionante a Poggibonsi, lire 36 al giorno, razioni 12 di viveri e razioni tre di foraggio, dovendo detto Signor Comandante supplire con tale assegnamento alla propria sussistenza di sua famiglia, suoi segretari, servitù e cavalli”. La legge ferrea dell'invasione chiedeva autorevolmente ed otteneva senza indugio. Il 4 Dicembre 1800 il Gonfaloniere Prunori chiede al cancelliere del Vicariato a Colle che i comuni sotto il comando militare del Morena, e precisamente Colle, S.Gimignano e Barberino, proporzionalmente concorrano alle spese per il mantenimento del Comandante francese.
Dicembre 1800
In quell'anno si erano acquartierati a Poggibonsi 4000 soldati del Generale Pino. Ebbene, questi soldati commisero diversi furti sia nelle abitazioni private che nelle chiese. Nelle chiese rubarono alcune pissidi. Furono trovati i responsabili di questo furto: erano stati in due. La giustizia militare cadde su di loro implacabile: furono fucilati presso la Porta delle Chiavi alla presenza di tutta la popolazione.
31 Dicembre 1800
I Poggibonsesi si comportavano come si comportano in genere i cittadini dei paesi invasi, cercando se possibile di trarre qualche vantaggio. I soldati vendevano di sotto mano le razioni di viveri in eccedenza. Ma questo traffico illecito venne scoperto e si proibì di comprare razioni di viveri e foraggi dai militari. Sei scudi di multa e otto giorni di carcere per la prima volta. Per la seconda è libertà del Comandante di il castigo del trasgressore.
31 Dicembre 1800
Il Comune provvede a restaurare le vetrate della Propositura infrante dalle truppe Francesi che vi erano alloggiate. Spesso e volentieri le chiese di Poggibonsi, in special modo quella di S. Lorenzo, venivano trasformate in caserma per ospitare le truppe in transito. In queste occasioni erano anche depredate delle opere d'arte e di oggetti sacri di particolare valore come candelieri, calici, ecc.