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11 Settembre 1606
Padre Francesco De Sosa, Ministro Generale di tutto l'ordine Francescano, attratto da profonda devozione verso il nostro Santo, ottenne dal Pontefice Clemente VIII, un breve in questa data, per poter avere alcune reliquie del Beato Lucchese (stinco o altro). Queste furono portate in Spagna e ivi venerate. Sembra che fosse originario di Sosa o Souza, vicino a Toledo. Occorrerebbe effettuare ricerche per conoscere dove siano finite queste reliquie.

21 Gennaio 1607
A proposito dell'Ospedale cosiddetto di S. Maria, nei pressi della porta omonima, poi chiamata delle Chiavi, e che attualmente si trova in Via Trieste al numero civico 3 e dove anni addietro ci fu la residenza del Comando dei Carabinieri, si rileva da un documento in tale data, una lettera dei commissari Fiorentini al Cancelliere di Poggibonsi, con la quale si domandava di preparare gli alloggi per i personaggi che sarebbero transitati da Poggibonsi in occasione delle nozze del Principe Cosimo, figlio del Granduca Ferdinando I, con l'Arciduchessa Maria Maddalena d'Austria.

19 Marzo 1630
In Consiglio Comunale riunito sotto la Presidenza del Podestà Bartolomeo Bombini, con il Gonfaloniere Gasparre Rumignani, venne approvata la nomina di un maestro per due anni con una paga di 18 scudi. Altri 10 scudi furono stanziati per riparare la fonte di Piazza A. Domiziano Ciucci, furono concesse in affitto “per tre anni” le terre dei fossi. Per la seguente festa di S. Lucchese furono nominati “festaioli” Domenico Ciucci, Lodovico Cianghelli, Francesco Dei e Giovanni della Rocca. Quattro anziché due, come di consueto, per dare maggior decoro alla festa. Nessuno volle parlare della peste.

20 Maggio 1630
Il Podestà Bartolomeo di Antonio Bombini riceve per corriere un pressante ordine del Granduca Ferdinando II Medici, perché questa Podesteria elegga una persona idonea a rilasciare “bullette sopra alla sanità”, che erano valide otto giorni e dovevano essere esibite sia per uscire da Poggibonsi, che per entrare in altri paesi o città.

23 Maggio 1630
Venne effettuata una riunione tra il Podestà, il Gonfaloniere ed i rappresentanti della Podesteria per dare esecuzione all'ordine del Granduca per eleggere un addetto alle “bullette di sanità”. Fu proposto Grazio Muzzi, che doveva svolgere la sua mansione senza compenso. La proposta fu messa ai voti e fu approvata con “nove fave nere e nessun lupino in contrario”.

16 Giugno 1630
Viene preso atto delle difficoltà della popolazione per la difficoltà da approvvigionarsi di grano e viveri, specie delle classi più bisognose. Si decide di chiedere un prestito di 500 scudi a Firenze per acquistare grano e regolare la distribuzione. Viene inoltre preso in prestito della Compagnia del Corpus Domine una somma di altri 100 e da facoltosi cittadini altri 300. Francesco Bianciradi fu incaricato di comprare il grano. Furono eletti due deputati con il Nome di “Offiziali all'Abbondanza” nelle persone di Alessandro Della Rocca e Guido Guiducci, con il compito di sorvegliare le varie distribuzioni.

2 Agosto 1630
Nomina degli ambasciatori per donare le pesche al Comune di Firenze. Consuetudine vecchia di secoli, che risaliva all'anno 1313. Si doveva per la festività di S.Bartolomeo, che ricorreva il 20 Agosto, portare a Firenze un certo quantitativo di pesche. Evidentemente la zona doveva avere frutti particolarmente graditi, se era stato messo quell'obbligo ai Poggibonsesi nell'atto di pace sottoscritto nel 1313. La spesa complessiva per quell'anno fu di Sedici scudi e furono nominati “pescaioli” Lorenzo Manni e Jacopo Ciuletti.

26 Settembre 1630
Si riunisce a S.Gimignano, colpita dalla peste, un gruppo di maggiorenti per fare voto solenne di celebrare per 25 anni con pubblica processione, la festività di S.Michele Arcangelo, se gli abitanti scamperanno all'epidemia.

30 Aprile 1631
Il Pubblico Generale Consiglio impone alle merci in entrata un dazio di scudi uno, soldi sei e denari otto, dando così un altro stretto giro di vite alla traballante economia comunale in periodo di peste. Deliberano inoltre di ricorrere all'aiuto della S.S. Vergine e di far scoprire l'effige della Madonna delle Grazie nella chiesa del Piano: approvato con 26 Presenti e 26 voti favorevoli. Ciò indica la tragicità del momento.

1° Giugno 1631
Come Dio volle, la peste passò. L'ultima ad essere seppellita nel camposanto in riva all'Elsa, sotto la collina di Badia (campo santo degli appestati), fu Margherita Gangoni di 25 anni. Da quel giorno i morti furono sepolti, nei luoghi abituali.

17 Giugno 1631
Il Comune di Poggibonsi, avendo il patronato sull'oratorio del Piano, delibera con fave 25 (favorevoli) e sette lupini (contrari) di prestare l'argenteria della S .Madonna delle Grazie ai Fratelli della Compagnia del Corpus Domini per la solita festa e per questa volta soltanto.

18 Novembre 1631
Negli statuti del Comune viene annotato che in questa data viene riformato lo statuto del Comune stesso, portando a 10 soldi d'oro 1'estimo per poter partecipare alle elezioni di Gonfaloniere e di un soldo d'oro per essere eletto Capitano o Priore. La decisione f'u presa da sei riformatori eletti e precisamente da Antonio Manni, Giovanni Frittelli, Alessadro Aiuti, Tommaso Mancini, Michelangelo Marzi e Lorenzo Pacini, con l'intervento del Gonfaloniere Curzio Tani.

3 Febbraio 1632
Per far fronte alla carestia che imperversava si era provveduto a mettere in capaci recipienti, detti o dette le “buche dell'abbondanza”, forti scorte di frumento. Però detti, recipienti non sufficientemente areati, fecero perdere al frumento la sua freschezza, tanto che il pane aveva un sapore acido e nauseante. Ma non lo si poteva gettare, ed allora si provvedette, con una decisione del Gonfaloniere e dei rappresentanti della comunità, stabilendo che i poveri dovevano cibarsi del grano avariato. Come si può vedere, in tempi magri, dove tutto doveva essere diviso fra ricchi e poveri, ciò non avveniva.

7 Marzo 1632
Il predicatore quaresimale era pagato dal Comune con scudi 42. In questa data il suo onorario fu raddoppiato.

2 Giugno 1632
La fonte principale per il rifornimento idrico era posta in piazza del Mercato, esattamente dove è oggi. L'acqua proveniva dal Vallone e presumibilmente dalla Fonte delle Fate. Ebbene, in questa data, una delibera Comunale invitò Orazio Muzzi ad accomodare le terre del Vallone, in quanto, “stante la loro rovina” impedivano all'acqua di defluire liberamente fino alla fonte di Piazza.

7 Novembre 1632
Il Comune da disposizioni affinché si provveda a far copiare in un volume nuovo gli Statuti Comunali e che siano scritti in “Carta pecora”.

12 Dicembre 1632
Era stato dato mandato a Gaspare Rufignani e Simone Frittelli di reperire un frate predicatore, come era in uso fare per la seguente quaresima. I due si informarono, visitarono conventi e parrocchie, fecero indigestione di prediche ascoltate qua e là e portarono due nomi. Fra Bernardino da Monteverchi e Fra Giovanni da Barberino. Lunga fu la discussione in questa seduta del Consiglio ed infine, messo ai voti, vinse il primo con 28 fave nere (favorevoli) e nessun lupino in contrario.

7 Maggio 1633
Si delibera: “Sia dentro nella terra, come di fuora per il contado, si dovessero ammazzare tutti i cani, eccetto Leprieri e Bracchi, quali da padroni si dissero tenere in catena, alla pena per i trasgressori di scudi cinque e tratta due di fune”. L'ecatombe fu totale per le povere bestie, accusate di andare a scavare nelle tombe degli appestati per mangiare e poi diffondere il contagio. Tutte cose non riscontrate, ma la paura era tanta.

10 Maggio 1633
II Commissario Niccolò Cini, canonico di S.Maria del Fiore, ordinato nella carica dal granduca Ferdinando II, uomo colto ed erudito e grande amico di Galileo Galilei, assieme ai quattro deputati alla sanità il 10 Maggio emisero il seguente bando: “Che nessuno, sia di dentro che di fuori, potesse andare a Firenze,o escir fuori dalla Podestaria senza licenza del Sig. Commissario e deputati alla pena della galera. In famiglia doleva uscire sempre uno per volta con il contrassegno. Che non si potesse stare insieme più di tre persone e ben distanti l'uno dall'altro. Che non si potesse andare da una casa all'altra”. Anche i contadini dovevano restare nel podere.

14 agosto 1633
In paese vi erano numerosi pozzi che fornivano acqua alla cittadinanza ed ai privati cittadini. Uno di questi pozzi ad uso pubblico era a metà della via Maestra. Ebbene, i nostri concittadini, con inspiegabile disprezzo delle più elementari leggi igieniche, avevano gettato dentro questo pozzo ogni sorta di immondizia, come fanno oggi nelle vasche della nostra fontana fuori uso. Su proposta di Tommaso Mancini furono spesi settanta scudi per la ripulitura e la delibera Comunale fu, appunto, del 14 Agosto 1633.

16 Ottobre 1636
Si incontrano a Strozzavolpe l'Ambasciatore di Francia Conte di Noailles e Galileo Galilei. L'Ambasciatore aveva espresso il desiderio di avere copia dei “DIALOGHI DELLE NUOVE SCIENZE” ed aveva richiesto ed ottenuto dalla Congregazione del Santo Ufficio che Galileo potesse lasciare Arcetri, dove praticamente era prigioniero, per poterlo incontrare. Occorre ricordare che solo recentemente è stato riconosciuto da parte della Chiesa il valore dell'opera del Galilei, a suo tempo scomunicato e processato dai padri della Chiesa stessa.

10 Maggio 1659
Sereno asilo di pace fu per Salvatore Rosa il superbo Castello di Strozzavolpe. Ospite dell'allora proprietario Giovan Battista Ricciardi, ragguagliando l'amico sul suo ritorno a Roma dalla Toscana, in una lettera di quell'anno, scrive: “Giunsi a Roma, accompagnato da una fierissima malinconia. Non fu mai possibile incontrar cosa che al mio genio soddisfacesse. Non era meglio restarsene a Strozzavolpe ed alzare il ponte?”. La dimora nella campagna di Poggibonsi gli aveva lasciato una impressione ed un desiderio fortissimo di ritorno. Tant'è che in data la Settembre troviamo: “Io sono affatto libero e posso disporre di me in tutte quello che vorrete voi; ma dubito che i vostri malanni saranno così lunghi, per non dire eterni, che non ci sarà tanto spazio da ricordarci che Strozzavolpe ci aspetta”. Ed il 13 Settembre scrive ancora: “La Signora Vostra sorella spirita di vedere questa benedetta Strozza-Volpe. Ma non più di me, che me la sogno di notte”. In data 17 Novembre 1668 scrive all'amico: “Datemi qualche nota di Strozza-Volpe, da me eternamente sospirata”. Queste espressioni che meravigliano del Rosa, univocamente spavaldo e pieno di se, scoprono atteggiamenti più umani e malinconici.

20 Settembre 1660
Cadde un fulmine sul campanile e guastò tutto il tetto. Ancora non erano stati fatti i merli. Il Comune fece rifare tutto quanto, mentre nell'aprile dello stesso anno aveva provveduto a rifare le scale di accesso alle campane.

12 Settembre 1672
Il concittadino Vincenzo Galliani fa testamento a favore della Collegiata, lasciando tutto il suo patrimonio per istituire un nuovo Capitolo che oltre al Proposto doveva avere 4 canonici, 4 Cappellani e due chierici. Altri lasciti pervennero in quel tempo e così si risollevò la Canonica dopo le espogliazioni del 1376.

25 Novembre 1700
Bartolomeo fu Bastiano Buiani, calzolaio, con donazione del 25 novembre 1700 lasciava un campo alle Pancole ed una casa con orto in Gallurì, accanto alle mura castellane, perché fosse istituita nel nostro Oratorio delle Grazie (Oratorio del Piano) una cappella con l'obbligo di due messe settimanali perpetue.