Menù
Capitoli:
- Come divertirsi tra due guerre
- Le feste al Teatro dei Ravvivati Costanti
- Il circolo delle stanze
- Fiere e Mercati
- Il gioco del pallone
- Le corse di cavalli
- La "Mille Miglia
- Milano - Taranto
- Le Reginette
- La fiera dell' Impruneta
- Ricordi di Guido Stricchi
- Quel 9 Maggio 1920
- I fatti dell'Agosto del '20
- Chi era Dario Frilli
- II Comandante Viciani
- Pane e Ciccia
- II servizio postale negli anni '20 e '30
- La cantina Fassati
- La popolazione in centro ed in campagna
- Disgrazia Aviatoria a Tripoli
- Fatti del "dopoguerra
- Pre-scolastica anteguerra"
- II matrimonio di Coccolo e Piona
- I Podestà nel periodo fascista
- Il delitto Rosi
- Ibridazione fra un negro ed una bianca
- Aligocce (1888-1970)
- Ricordi di guerra
- II Partito Comunista nell'immediato dopoguerra
- Renato Bianchini pugile
- Milano - (Poggibonsi) - Taranto
- Il campanile e l'orologio
- Strapaese
- II Principe Barbaccia
- Poesie
Nei primi anni del 1900 fu costituita a Firenze la «Società Anonima Casa Vinicola del Chianti Fassati». I soci fondatori furono il Comm. Luigi Bizzozzero, il Marchese Giuseppe Fassati ed il Comm. Ercole Brambilla, che rivesti anche la carica di Amministratore Delegate Si gettarono le basi per la realizzazione di un impianto per la raccolta, l'invecchiamento e la commercializzazione del vino della zona del Chianti. La prima fase dell'imponente complesso entro in funzione nel 1908, con una superficie occupata di 26.000 mq ed arrivo ad una capacita di oltre 40.000 ettolitri, giù nel 1914. L'immediato dopo guerra '15 - '18 dette luogo ad una richiesta notevole sia del mercato interno che del mercato estero. Fu quindi indispensabile ampliare gli impianti gia esistenti, che furono portati ad una capacita di oltre 80.000 ettolitri, con una superficie fra coperta e piazzali di 50.000 mq. La nuova cantina fu inaugurata 1' 8 maggio del 1924 con una cerimonia alla presenza di autorità regionali e nazionali, culminata con l'ingresso negli stabilimenti del primo treno merci, che raccordava gli impianti, con la stazione delle Ferrovie dello Stato. Ciò consenti un miglior collegamento con i mercati interessati, avendo raggiunto una potenzialita di produzione tale, da permettergli di spedire ininterrottamente oltre 10 vagoni di vino infiascato, al giorno. Occorre ricordare che la "Fassati" aveva in funzione due stabilimenti vetrari, quello di Certaldo e quello di Castelfiorentino, per la produzione l'uno dei fiaschi e l'altro delle damigiane, occorrenti alle cantine stesse. Sempre in occasione della manifestazione del 1924 fu pubblicato un volume illustrativo e per far cio, fu dato incarico ai fotografi Fratelli Alinari di Firenze, fotografi conosciuti in tutto il mondo per la loro produzione artistica, di eternare con la loro opera l'imponente realizzazione. Siamo riusciti a reperire l'unico catalogo rimasto e riprodurre tutte le foto dei Fratelli Alinari. Lieti di esserne in possesso. La prefazione del volume stesso porta la firma del Prof. Arturo Marescalchi uno dei più illustri enologi italiani, che tra parentesi, fu anche Sottosegretario per 1'Agricoltura e Foreste dal 1929 al 1935. Vogliamo stralciare un brano, che a nostro avviso riveste una certa importanza, dato il qualificato ed autorevole personaggio che lo ha sottoscritto. Si legge infatti: «Se I'arte di trasformare l' uva in vino, si volesse ricordare degnamente, se si volesse dimostrare che questa meravigliosa, antica e amata bevanda, sollevatrice dello spirito dell'uomo, non e solo frutto di ricca efficienza di sole e di fecondità di terra, ma anche dell'opera illuminata dell'uomo; se si volesse dimostrare che la produzione del vino non v'era industria degna, se non quando la mente dell'uomo vi dedica intelligenza e sapere, bisognerebbe riportarsi a stabilimenti vinicoli, come quello, magnifico, della Fassati di Poggibonsi.» Nello stesso volume tra i vari commenti di autori ignoti, ne troviamo uno che ci piace riportare. Si legge fra l'altro: «Poggibonsi appartiene a quella magnifica regione del Chianti, vasta, montuosa, boschiva, celebre per i suoi vini, per il saluberrimo clima e più celebre ancora per la sua posizione geografica che fa del Chianti il cuore della Toscana, essendo la Toscana il giardino d'Italia e V Italia il più bel paese del Mondo; a quella contrada tanto famosa nei fasti della storia enologica italiana, che produce il celebre vino, conosciuto in tutto il Mondo, dal colore rosso rubino vivace, dal profumo grazioso e dal sapore fine, vellutato, armonico e leggermente frizzante, che lascia nel palato un'impressione piacevolissima di freschezza e di morbidezza, e che appare nella funzione digestiva leggermente passante, mentre ha, in pari tempo, robustezza e vigore considerevoli.» Non e retorica presentare il complesso come una vera e propria cattedrale del vino, termine che ci viene suggerito in modo particolare dall'imponente complesso, veramente impressionante, dalla galleria dei tini in cemento, ma soprattutto dalla cantina di invecchiamento, scavata nella montagna lunga ben 150 metri, dove riposano 100 botti di rovere della capacita di 60 quintali di vino, ciascuna. Ho a questo punto, l'obbligo di ricordare, che proprio questa cantina servi da accogliente rifugio in occasione dei bombardamenti che Poggibonsi dovette subire nella seconda guerra mondiale. A mio avviso tutto ciò, dovrebbe essere usato, anche come punto di riferimento per visite guidate delle scuole e perché no, indicarlo ai turisti e farlo visitare, convinto come sono, che ne riporterebbero un ricordo ben più vivo e duraturo, di altre bellezze della nostra zona. Mi piace ricordare la poesia "II mio bel campanile", che Arturo Sardelli scrisse nel 1932, dopo che, per ragioni di lavoro si dovette trasferire a Firenze. Ma il suo cuore era sempre vicino al natio paesello.

II mio bel campanile
Amo Firenze; e come non amare
città tanto gentile
che m'ospito quando irrequieta etade
m'indusse ad emigrare
d'altro lavoro in cerca, e d'altra meta,
ma l'alto Campanile
del pio tempio maggior del mio paese
con le quattro facciate,
guarnito ognuna da strumento onesto ,
che all'umane contese,
non guarda, e il tempo da ogni parte addita
son le cose più amate.
Ed or qui assiso in estasi giuliva
sotto il bel Montelonti;
dei pini all'ombra e dei cipressi annosi
l'alma mia si ravviva
ai ricordi di un tempo, e gode il cuore
un ben senza confronti.
Tutto il paese qui mi sta davanti;
e attorno le colline
fonti di tanti e prelibati vini
di purissimo Chianti
dal sapor che l'Italia porta l'eco
d'oltremare ai confini.
E gli antichi castelli dominanti
questa zona ubertosa
turriti austeri e pieni di poesia
per rimembrare i tanti
episodi che storia a noi tramanda
di un'era turbinosa.
E le villette allegre e civettuole
sopra ai dolci declivi,
e le grandiose e ricche fattorie
con le annesse chiesuole
forman quadri supendi ed armoniosi
tra il verde degli ulivi.
Poi giù nel piano i corsi tortuosi
dell'Elsa e dei torrenti
con Staggia il più vicino, e che si fonde
coi gorghi vaporosi
di tal fiume maggior che da oltre Colle
e vita delle genti.
E a fianco ad essi flessuose e snelle
alberete ondeggianti
al soffiar della brezza, e i margin verdi
che alle vispe donzelle
sono invito di sosta e di desio
pe' i loro cuori amanti.
Tutta rivedo qui l'infanzia mia
ele gestad'allora
che pien di vita a scorrazzare andavo
con degna compagnia,
per campi e prati a respirare appieno
l'esalazion di flora.
E or che stanco son dopo tant'anni
di mio chiassoso andare
fra tanta gente, or che prelude il tempo
il turno degli affanni;
or ch'e svanito il giovanile ardore,
a te vorrei tornare.
A te vorrei tornar luogo natio
pria che l'avverso fato
da te lontan mi colga e non far pago
l'ardente sogno mio
di chiuder l'esistenza all'ombra tua
o Campanile amato.
Arturo Sardelli, Poggibonsi 1 Settembre 1932