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Capitoli:
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- Chi era Dario Frilli
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- La cantina Fassati
- La popolazione in centro ed in campagna
- Disgrazia Aviatoria a Tripoli
- Fatti del "dopoguerra
- Pre-scolastica anteguerra"
- II matrimonio di Coccolo e Piona
- I Podestà nel periodo fascista
- Il delitto Rosi
- Ibridazione fra un negro ed una bianca
- Aligocce (1888-1970)
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- Milano - (Poggibonsi) - Taranto
- Il campanile e l'orologio
- Strapaese
- II Principe Barbaccia
- Poesie
La presa del potere da parte dei partiti di sinistra, era fallita con le elezioni del Paprile del '48, che avevano dato la maggioranza ai partiti di centra. Ma la macchina organizzativa messa in moto, dopo subito il passaggio del fronte ed anche da prima, lavorava a pieno ritmo, specialmente in Toscana ed in Emilia. Ed a immagine e somiglianza dei metodi sovietici, era stata costituita una perfetta organizzazione estremamente capillare che faceva capo alle cellule di quartiere, con cellule delle singole vie e addirittura con cellule di condominio o viciniori. Insomma tutti i cittadini erano strettamente controllati, da altrettanti controllori a sua volta controllati. Tutto quello che poteva interessare veniva riferito al partito, come se fosse lo stato sovrano. Le delazioni erano, non solo sollecitate, ma addirittura veniva biasimata una persona iscritta la partito, che non aveva segnalato qualche anomalia nel vicinato o nella stretta cerchia degli amici o dei parenti. La copia della lettera che riportiamo e un esempio della mentalità dei dirigenti locali, ma che era quella alla quale erano stati indirizzati dai loro superiori provinciali o nazionali. Era la prassi del vecchio motto fascista, ripreso dalle sinistre e cioè "Chi non e con noi, e contro di noi". In questo caso ci si riferisce ad un personaggio, come il Senatore Gaetano Pieraccini, nato a Poggibonsi, che di tanto in tanto faceva una capatina nella sua villa a Talciona. Socialista da sempre, aveva caldeggiato la separazione di Saragat, da Nenni, legato mani e piedi al partito comunista. Era stato il primo Sindaco di Firenze, eletto all'unanimità dai rappresentanti del Comitato di Liberazione nazionale (C.L.N.) fiorentino, in esso compresi i rappresentanti del P.C.I. Ma la scissione socialista non era piaciuta ai comunisti che volevano dominare completamente la sinistra italiana. Quindi per loro, Pieraccini era un "traditore della classe operaia" e tutti coloro che in qualche modo lo avvicinavano avevano l'ostracismo dei compagni comunisti. Pensate un po'. Uno che non la pensava come loro era cacciato per INDEGNITA POLITICA. Oggi tutto ciò fa sorridere, ma allora, uno messo al bando in questo modo, se avesse avuto bisogno di lavoro non lo avrebbe trovato facilmente. I rapporti poi con le amministrazioni, siano esse state comunali o provinciali. erano tagliati di netto, ed il soggetto era messo ai margini senza possibilità di riemergere. Occorreva talvolta, non in questo caso essendo il Conti un benestante, piegare la testa e fare auto censura, oppure appoggiarsi alla parte avversa, ma anche questi non gradivano entusiasticamente l'approdo di ex-comunisti. Cos! erano i tempi e la maggior parte della popolazione, volenti o nolenti dovevano adeguarsi. Era uno stato nello stato. Questo modo di pensare di allora, si riflette, a tanto tempo di distanza, sulla vita di oggi, sempre dalle nostre parti. L'organizzazione del partito comunista ha continuato a lavorare, anche se non piu con quei metodi, cercando il consenso e dando in cambio posti di lavoro anche a chi non li meritava, ma che portavano sicuri voti alle elezioni future. La percentuale massiccia che si riscontra anche recentemente e la naturale conseguenza della presa del potere locale da parte dei comunisti.



Alberto Marri detto Bertagna, era un costolone di un metro e ottantacinque, che nella prima guerra mondiale, doveva essere nei reparti degli "arditi". Al ritorno nella vita borghese, raccontava che dopo un'azione pericolosa, nella quale si era distinto, fu passato in rivista, dal Re in persona, il quale giunto davanti al Marri, battendogli confidenzialmente la mano sulla spalla, gli avrebbe detto testualmente: «Bravo Bertagna». Si potrebbe anche credere, con molta buona volontà, che il Re abbia pronunciato la suddetta frase, ma che abbia battuto la mano sulla spalla di Bertagna ci sembra senz'altro esagerato, in quanto il Re che era si e no un metro e cinquanta, a malapena avrebbe raggiunto la spalla del Marri. Ma Bertagna era orgoglioso della frase, certamente da lui immaginata e anche, magari desiderata. Don Francesco Pratelli (1880-1950) si può considerare lo storico per eccellenza, del nostro paese. Profondo studioso latinista era un tipo estremamente simpatico e molto alla mano con tutti. Un aneddoto curioso ci viene tramandato da alcuni contemporanei del popolare "Prete Cecco" come veniva simpaticamente indicato. Subito dopo il passaggio della guerra, in una zona come la nostra, dove le amministrazioni di sinistra la facevano da padroni, erano anche inevitabili situazioni alla "Don Camillo e Peppone". E non mancarono al Prete Cecco situazioni simili. Si racconta che Birichino (al secolo Terzo Landozzi), una specie di Don Peppone poggibonsese anche di statura, incontro Don Pratelli ad un banco del mercato mentre cercava acquistare delle scarpe da donna, per sua nipote. Al che il Landozzi gli chiese se comprava le scarpe per la "ganza". II nostro Don Camillo non batte ciglio. Gli fece presente che gli dispiaceva se lo aveva sorpreso, in quanto quelle scarpe era destinate proprio a sua moglie. Battute che potevano dar luogo a qualche scontro, ma don Pratelli, anch'esso abbastanza robusto e deciso non si sarebbe tirato indietro. Ma tutto fini 11 con buona pace per tutti.
1929-1930 da sinistra: Bruno Macchi, Mario Fabiani e Vasco Macchi
Mario Fabiani, figlio di Raffaello, fu il secondo Sindaco di Firenze, dopo la liberazione succedendo al Prof. Gaetano Pieraccini. n padre Raffaello faceva il rappresentante della Ditta Pompilio Macchi, commercianti in generi alimentari. II giovane Mario fu mandato in Ditta ad espletare alcune mansioni di amministrazione, al solo scopo di imparare. Stava tutta la settimana in casa Macchi in compagnia dei figli del titolare Dario. Tutto questo per oltre due anni, se ricordo bene, nel '30-'31-'32. Un sabato che doveva rientrare a casa ad Empoli, non fu più visto. Si seppe dopo, che era fuoriuscito clandestino rifugiandosi in Russia, dove trascorse qualche anno alla Scuola del Partito Comunista. Rientro clandestinamente in Italia prima dello scoppio della guerra con documenti falsi intestati a Vasco Macchi, mio fratello. Evidentemente era stato segnalato il rientro e segnalato pure il nome di Vasco Macchi. II fatto e che mio fratello, tutte le volte che soggiornava in qualche albergo, era costretto a passare la notte in guardina, finche non veniva chiarito, la mattina dopo, la reale situazione. Insomma Poggibonsi ha messo le mani due volte nell'elezione del Sindaco di Firenze, prima con Pieraccini e poi con Fabiani.