Era una domenica mattina e precisamente il 10 giugno 1944, quando un apparecchio da caccia Spitfire
delle Forze Aeree Sudafricane stava sorvolando la zona riguardante la strada statale 429 e nello stesso
tempo la ferrovia Empoli-Siena, più volte presa di mira da caccia alleati.
L'apparecchio del quale vogliamo parlare, fu preso dal fuoco della contraerea tedesca, che in quel
tempo operava anche sulla collina di Caterozzoli e probabilmente anche su altri colli circostanti.
L'apparecchio colpito si diresse verso Ulignano, nel piano di Cusona. A quel punto, il pilota, vista
l'impossibilita di comandare il mezzo, preferì gettarsi col paracadute, il che avvenne all'altezza del
podere il "Treppie", all'incirca dove si trova attualmente la nuova stazione ferroviaria di Barberino. In
quei giorni alia Zambra vi erano sfollati molti abitanti di Poggibonsi, alcuni di questi assistettero alla
caduta del pilota andando incontro al punto dove sarebbe atterrato, essendo vicini a quel probabile
punto, facendo inoltre cenni al pilota affinché facesse in modo di atterrare al di qua del fiume Elsa.
II pilota si accorse di questi segnali, manovrando come poteva le corde del paracadute, riusci a toccare
terra fra il fiume e la ferrovia. Fu soccorso immediatamente da Quintilio Migliorini, da Guido e Alfredo
Bocci, anch'essi sfollati e da Attilio Taddei di Castelfiorentino, che lavorava allora alla Distilleria
Frilli.
I quattro, provvidero immediatamente a nascondere il pilota nella macchia ai bordi del fiume ed a
nascondere con una fossetta coperta di frasche, il paracadute. Fecero cenno al pilota di restare fermo,
perché dopo sarebbero tornati.
Occorre ricordare che in un capannone della Zambra vi era un reparto tedesco con degli autocarri e
quindi era pensabile che sarebbero andati alla ricerca del pilota, qualora avessero avuto notizie o
avessero visto anche loro dove era caduto. Infatti ciò avvenne, ma i Tedeschi perlustrato il posto non
riuscirono a trovare il pilota ben nascosto. II fatto era avvenuto alle 10 del mattino.
Vediamo cosa avvenne in seguito. Nella mattinata venne un acquazzone, insolito per quel mese, il che
fede desistere temporaneamente i Tedeschi da ricercare il pilota. Verso le 2 del pomeriggio, i quattro
giovani (occorre ricordare che erano tutti sui 18-20 anni e renitenti di leva, escluso il Taddei), presero
una bilancia per far finta di andare a pescare sul fiume e si recarono dove era il pilota nascosto. Lo
guidarono in una fossa, fino alla strada statale, facendolo passare sotto la strada in un cunicolo, e
proseguendo molto guardinghi riuscirono a portare il pilota al Castello di Poppiano. Nel frattempo i
Tedeschi e qualche militare italiano aggregato, avevano ripreso le ricerche ed avevano notato alcune
impronte, forse in prossimità della strada statale, impronte, dicevo diverse delle scarpe civili.
Interrogarono pero anche i fratelli Bocci ed il Migliorini, chiedendo i loro documenti.
Fatto sta che i fratelli Bocci erano stati militari aggiunti nei Carabinieri ed avevano conservato i tesserini,
il che servi a tranquillizzare i Tedeschi, e soprattutto a tranquillizzare gli inquisiti.
Vediamo chi era il pilota. Era un militare Sud Africano, residente a Johannesburg e si chiamava Tomas
D. Brenner. D'ora in avanti lo chiameremo solo Tomas.
Lo troviamo ora nascosto nella fattoria di Poppiano. Era allora fattore Emilio Carusi ed il proprietario
era il Sig. Kunz, il quale essendo di origini austriache, godeva di un certo rispetto da parte delle
autorità tedesche, che avevano impiantato nel castello un loro provvisorio comando di reparto. II
Tomas venne alloggiato in fattoria, in una cameretta, dalla quale non usciva mai e veniva rifocillato
personalmente dalla Signora Angiolina, la moglie del fattore, in quanto altre persone non dovevano
sapere della presenza del pilota. Comunque le cose non andarono proprio lisce, forse per qualche
soffiata o per intuizione, i tedeschi sempre sospettosi, misero nell'elenco dei sospetti probabilmente
anche Emilio Carusi, che pero ebbe il tempo ed il modo per nascondersi e nascondere la propria
famiglia.
A questo punto il Tomas passo ad altre mani, e di nottetempo fu trasferito a Vico d'Elsa nella fattoria
Torrigiani.
Vorrei accennare al fatto, che il paracadute, oggetto per l'epoca prezioso, per confezionare abiti per
uomo e donna, fu diviso fra coloro che avevano trovato il pilota e nascosto il paracadute. Altro fatto
importane e, che il pilota indossava la divisa e la tuta di volo. Una volta a Poppiano fu rivestito con
abiti civili, ma Tomas voile che la divisa fosse nascosta ma non distrutta. Fu messa perciò in una
vecchia valigia e sotterrata. Inoltre il Tomas non si tolse mai il piastrino di riconoscimento, stante il
pericolo di fucilazione nel caso di essere trovato in abiti borghesi e senza segni di riconoscimento.
Fu quindi tenuto in fattoria con il consenso del fattore di allora Valdemaro Ceccarelli ma nel frattempo
fu interessato il comitato antifascista clandestino per trovare altra sistemazione. Fu quindi passato in
Casa Fratini.
Abbiamo la testimonianza diretta di Ferdinanda Fratini che ora vive a Poggibonsi, avendo sposato
Rino Rugi. Capo famiglia era Saul Fratini che a Vico faceva il falegname, ma che collaborava con la
Misericordia facendo anche l'infermiere e quanto altro per aiutare la popolazione. Era anche aiutante
del Dott. Burroni, medico condotto. II Fratini era stato colpito da una tremenda sciagura, la perdita del
figlio Leto, studente di scultura a Milano e fervente antifascista, catturato e probabilmente ucciso
durante gli interrogatori il 18 aprile del 1943.
In fattoria Torrigiani preferirono affidare il Tomas a Saul Fratini, che aveva pero in casa altri 20 parenti
sfollati. Comunque accetto e lo tenne per diversi giorni. Se non che i Tedeschi in quel tempo, avevano
capito che dovevano prima o poi ritirarsi e facevano razzie di tutto. Sapendo che il Fratini faceva il
falegname, si facevano fare delle cassette e quindi spesso andavano dal Fratini. La cosa pero non
tranquillizzava i familiari i quali costrinsero Saul a riportare il Tomas in fattoria e stavolta fu messo in
cantina, sotto la scorta del terz’ omo di fattoria del quale non sappiamo il nome. Sembra che una volta,
dovendo i Tedeschi installare un ospedale da campo nella villa, incontrassero il Tomas con il terzomo.
Evidentemente lo aveva istituito a dovere facendolo passare per deficiente sordomuto. Cos! Tomas
resse la parte e tutto andò per il meglio.
Erano passati 40 giorni dall'atterraggio ed il fronte si avvicinava. Così Tomas decise che la notte del
giorno successivo avrebbe raggiunto le linee alleate. Si fece riportare gli abiti militari che aveva fatto
nascondere ed attese la notte. Se non che nel pomeriggio arrivarono le truppe marocchine. Vi lascio
immaginare la caduta di tensione di tutti quanti per la liberazione.
II Tomas ebbe a disposizione una jeep per raggiungere il proprio reparto ma prima voile ingraziare tutti
quanti in specie la famiglia Fratini, abbracciando tutti quanti e ringraziandoli.
Sara bene ricordare anche che Saul Fratini fu poi il primo Sindaco di Barberino Val d'Elsa.
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