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Capitoli:
- Come divertirsi tra due guerre
- Le feste al Teatro dei Ravvivati Costanti
- Il circolo delle stanze
- Fiere e Mercati
- Il gioco del pallone
- Le corse di cavalli
- La "Mille Miglia
- Milano - Taranto
- Le Reginette
- La fiera dell' Impruneta
- Ricordi di Guido Stricchi
- Quel 9 Maggio 1920
- I fatti dell'Agosto del '20
- Chi era Dario Frilli
- II Comandante Viciani
- Pane e Ciccia
- II servizio postale negli anni '20 e '30
- La cantina Fassati
- La popolazione in centro ed in campagna
- Disgrazia Aviatoria a Tripoli
- Fatti del "dopoguerra
- Pre-scolastica anteguerra"
- II matrimonio di Coccolo e Piona
- I Podestą nel periodo fascista
- Il delitto Rosi
- Ibridazione fra un negro ed una bianca
- Aligocce (1888-1970)
- Ricordi di guerra
- II Partito Comunista nell'immediato dopoguerra
- Renato Bianchini pugile
- Milano - (Poggibonsi) - Taranto
- Il campanile e l'orologio
- Strapaese
- II Principe Barbaccia
- Poesie
Giovanni Arnecchi, detto Aligocce. Non era certamente amante del lavoro, non avendo mai fatto niente in vita sua. Viveva un po' alle spalle di tutti. Era solito, armato di un fiasco vuoto, partire la mattina, quando il tempo lo permetteva, per andare a giro per la campagna. Lo conoscevano tutti e quindi se chiedeva un bicchiere di vino, nessuno glielo negava. E lui lo metteva nel fiasco e magari, uno lo beveva sul posto. Era famoso per le sue battute che ci sono state tramandate. Una di queste derivava proprio dal fatto, che qualcuno gli poteva negare anche un bicchiere di vino. Si parla di un fattore, che ebbe la presenza di negarglielo, al che Aligocce, a brutto muso gli disse: «Lei, mi costringe a fare quello che non vorrei fare, e che non ho mai fatto.» II fattore chiuse la porta, si armo di un fucile e tornato sul piazzale invito 1'Arnecchi a dire cosa avrebbe fatto, che non vorrebbe mai fare e che non ha mai fatto. Aligocce non si scompose e dichiaro al fattore che "Sarebbe stato costretto ad andare a lavorare". Probabilmente ebbe anche il bicchiere di vino. Non era un elemento assolutamente violento. Poteva alzare un po' il gomito e talvolta, in stato di ubriachezza, passava a critiche politiche, dichiarandosi anarchico ed in periodo fascista talvolta i Carabinieri, pur conoscendolo bene, erano costretti a portarlo in gattabuia. Cera una piccola prigione, sotto il Palazzo Comunale per accogliere qualche sbandato o qualche ubriaco, come in questo caso. Deve aver trovato compagnia, in quella occasione e magari una compagnia rumorosa, che evidentemente lo disturbava. Vi fu un diverbio fra detenuti al che, il nostro li apostrofo lapidario: «e se in galera non ci sapete stare, non ci dovete venire.» Subito dopo guerra, furono istituiti i famosi "Piani Fanfani" per aiutare i nullatenenti o disoccupati, che facevano lavori di sterro, o costruzioni stradali con una paga di 300 lire al giorno, che serviva almeno a mangiare. Anche Aligocce fu tra gli arruolati. Arrivava la mattina presto, si sedeva su un masso, distendeva il tovagliolo su un altro masso, (in questo era pulito e precisissimo), e faceva colazione e li se ne stava fino all'ora di rientrare. Un giorno il capomastro prego l'Arnecchi, stante il fatto che doveva passare l'Ingegnere al controllo del lavoro, di stare in piedi, magari appoggiandosi ad una pala, insomma perlomeno non stare seduto. «Insomma volete proprio la pelle» pronuncio sconsolato Aligocce. Era drastico nelle sue valutazioni. Occorre ricordare che alla sua morte avvenuta in ospedale a Poggibonsi, furono trovati nei suoi indumenti 400 mila lire con un biglietto che li destinava, proprio all'ospedale. Si potrebbe classificare nulla facente, nullatenente, benestante, anarchico. Scegliete voi.